“Molte persone – esordisce – non meritano un intrattenimento come il calcio allo stadio fatto a determinati livelli. Se andassimo a vedere una squadra che milita in ultima categoria, vorrei pure chiudere un occhio ma il Napoli gioca in massima serie, partecipa alla Champions quindi non mi puoi trattare il San Paolo come se fosse casa tua. Se vengo a trovarti non mi puoi far trovare la cacca del cane sotto il tappeto”.
L’esempio della supporter sottolinea che non si possono accogliere i tifosi stranieri (o italiani) in uno stadio ‘umiliato’
Dunque lei è d’accordo con l’idea di Aurelio De Laurentiis? “Se penso al cuore, penso al San Paolo di una volta ma non si può fare perché la gestione è sbagliata. E’ indecente che gli stuart vedano che c’è un ombrello nello zaino e poi non si accorgano dei bambini che fanno pipì sulle gradinate o nei lavandini dei bagni o degli uomini nel bagno delle donne. Il controllo non c’è perché la sicurezza pubblica all’interno dello stadio è giusto che la faccia un poliziotto, gli stuart controllano solo gli ingressi. Anche se – ammette la tifosa – non nego che possano finire in mezzo ad episodi di violenza e riuscire a mitigare i tafferugli rischiando anche di farsi male. Ma – conclude Carla – resta il fatto che lo stuart deve fare il proprio lavoro, andando a controllare se, ad esempio, nei bagni è tutto ok”.
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