Ogni bambino nasce con una melodie nel cuore. La musica a Napoli è al centro della vita di ogni persona. A Napoli molti ragazzi sognano di fare i cantanti e alcuni ci riescono: Marco Marsù è uno di questi. È il giorno della festa del diciottesimo compleanno di Annarita Milonga. Geggè, il padre della festeggiata, come ogni padre vuole che sia un giorno indimenticabile della vita di sua figlia e per questo le prepara o regalo cchiù bell’ ro munn: Marco Marsù canterà per lei alla sua festa. Ma Geggè è anche un uomo di strada, un criminale, il capo di uno spietato clan camorristico. La festa per il compleanno di Annarita Milonga si trasforma per il giovane cantante in un sequestro in piena regola…
Questa è la trama del cortometraggio “Sensazioni d’amore” di Adriano Pantaleo che esordisce per la prima volta come regista. Il noto attore di teatro, cinema e televisione è ricordato dal grande pubblico come Spillo nella serie di successo degli anni ’90 “Amico Mio” con Massimo Dapporto e dal film “Io speriamo che me la cavo”. Dopo un anno in giro per l’Italia, il corto sarà presentato per la prima volta a Napoli domani alle 20:30 all’Istituto Domenico Martuscielli, in occasione di CINEMART – Estate a Napoli, la nuova rassegna cinematografica ideata dai fratelli Cannavale. Alla presentazione gratuita parteciperanno Adriano Pantaleo, regista e protagonista, e il resto del cast di Sensazioni d’amore: Antonio Pennarella, Viviana Cangiano, Luigi Cesarano, Giovanni Rienzo.
“Sentivo fortemente l’urgenza – dichiara il regista – di raccontare l’universo dei cantanti neomelodici utilizzando però un punto di vista insolito, uno sguardo diverso: quello del cantante appunto. La mia idea era quella di fare un film che non fosse ‘giudicante’. Ho sentito la necessità dunque di utilizzare codici diversi più moderni e meno realistici di quelli con cui siamo solitamente abituati a veder raccontato questo mondo e di cui siamo spesso assuefatti […] La strada della commedia nera dai toni grotteschi e talvolta esasperati, come d’altronde sono i ricevimenti di una ‘certa Napoli’, mi è sembrata rispondere a queste esigenze e per fare in modo che il film mantenesse uno spessore anche di indagine sociale ho optato per un finale crudo e reale. In questo modo – conclude Pantaleo – ho voluto sottolineare l’inevitabile destino tragico di chi si trova intrappolato nel ‘sistema’ camorra anche essendone totalmente fuori, o se vogliamo ai margini, suo malgrado”.
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