“La scimmia nuda balla“ ha lasciato spazio a un romantico ragazzo che, vedendo la sua amata andar via, dice che il suo cuore “potrà amare per tutti e due”. Così la vittoria già annunciata di Francesco Gabbani all’Eurovision si è trasformata in un sesto posto e “Amar pelos dois” di Salvador Sobral ha trionfato a dispetto di ogni previsione. Senza dubbio il cantante portoghese sembrava un ragazzo piombato sul palco di Kiev per caso. Non è il classico belloccio come Imri Ziv che ha rappresentato Israele o come il nostro Francesco Gabbani con la faccia da latin lover e il sorriso beffardo di chi pensa (o meglio pensava) di vincerle tutte.
Ma perché la canzone del cantante di Carrara, al di là dei giudizi della competizione svoltasi in Ucraina, piace tanto? Si è parlato e non si può mettere in dubbio il senso filosofico del testo di “Occidentali’s Karma”: gli occidentali che scimmiottano gli orientali, trasformando ogni usanza in una moda. O gli “internettologi” ossessionati dal mondo del web e dei selfie che consegnano un’immagine di sé falsata in pasto al giudizio altrui. Qualcuno potrebbe vederci anche la denuncia dell’apparire a tutti i costi in barba a cosa vuol dire essere davvero. E, ovviamente, la scimmia nuda, descritta dallo zoologo Desmond Morris, che ha studiato l’evoluzione dei comportamenti dell’uomo dal punto di vista di una scimmia senza peli.
Questo e altro è la “filosofia” della canzone che ha trionfato all’ultimo Festival di Sanremo. Ma forse Gabbani piace tanto a molti, comprese alcune mamme che girano con i loro figlioletti e, per farli star buoni, cantano strofe di “Occidentali’s Karma“, perché la sua canzone è proprio questo. Un leitmotiv ritmato per fanciulli, una canzoncina da cartone animato con tanto di scimmia che balla sul palco. Un brano super orecchiabile con un pizzico di filosofia spicciola, che se i vari Socrate e Platone fossero vivi, darebbero da bere alla scimmia, con o senza peli, la cicuta.
Ammettiamolo, “Occidentali’s Karma” ci piace tanto per la sua allegria, spensieratezza, per il balletto di cui abbiamo imparato i passi a memoria. Un pezzo da villaggio turistico da danzare al pari di una canzone latino-americana ma con quel tocco di filosofia che “fa tanto figo”. E allora inchiniamoci al cantante portoghese che ha vinto l’Eurofestival e salutiamolo come meglio possiamo, urlando “Namastè Olé”.
- Emma Marrone sarà presto ospite di due programmi in TV - 12 Febbraio 2020
- Sanremo 2020: i 24 cantanti in gara e i rispettivi brani - 7 Gennaio 2020
- Al Bano e Romina: matrimonio con patto d’amore eterno? - 13 Settembre 2019